Il mistero della casa delle civette by Francesco Morini & Max Morini

Il mistero della casa delle civette by Francesco Morini & Max Morini

autore:Francesco Morini & Max Morini [Morini, Francesco & Morini, Max]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Newton Compton Editori
pubblicato: 2020-07-22T22:00:00+00:00


Tutto questo me l’aveva raccontato il Capo quando era tornato in libreria; alla fine aveva risposto a un’altra chiamata della “Dea Bionda” e avevano deciso di vedersi a pranzo.

Aveva addirittura preso le mie parti!

Chissà che invecchiando non stesse diventando più umano e stesse cominciando a uscire dalla sua patologica anaffettività.

Con Cecilia si conoscevano fin da bambini, erano cresciuti insieme al Velabro, la zona dove si trova la libreria, anche se Ettore aveva qualche anno in più.

Il padre di Cecilia era un famoso avvocato, nonché ottimo cliente del sor Aldo, il padre di Misericordia; nonostante la differente estrazione sociale, i due erano diventati molto amici, li accomunava l’amore per la Città Eterna.

Così, con il tempo, anche i rispettivi figli erano diventati amici; quando Cecilia, dopo il liceo, era andata a studiare a Londra i due ragazzi si erano persi di vista, per poi ritrovarsi qualche anno dopo, entrambi ormai alle prese, anche se in maniera diversa, con crimini e delitti.

Forse anche questo li aveva portati a ravvicinarsi, chissà; per il resto Ettore non aveva mai voluto rivelarmi altro: erano stati fidanzati? Amanti? Erano solo amici? O tutte queste cose a corrente alternata?

Il loro rapporto è un vero e proprio rebus che ancora oggi, dopo anni, non riesco a decifrare; dovrei essere una civetta con il dono della chiaroveggenza per capirci qualcosa…

Ogni volta che li vedo insieme si liberano nell’aria onde di elettricità di segno opposto, si attraggono e si respingono nel momento stesso in cui scatta il contatto.

Va a finire sempre così e spesso mi sono trovato in mezzo a un vortice di battute, provocazioni, recriminazioni e accuse reciproche.

Sinceramente, mi sono un po’ stancato di questo spettacolo, anche perché a me Cecilia piace da impazzire, mi spiace vederla in queste eterne scaramucce con il Capo e non capisco mai esattamente il suo livello di disponibilità con altri uomini.

Cioè con me, per essere più precisi.

Voglio anche bene a Ettore, naturalmente; non farei mai io il primo passo per far accadere qualcosa tra me e “Occhioni Blu”.

Certo, se poi lei prendesse l’iniziativa, non ci penserei due volte e mi libererei dai sensi di colpa nei confronti di Misericordia…

Cercai di scansare con prepotenza quei pensieri e di tornare a concentrarmi sull’incontro del giorno prima alla Casa delle Civette.

Di clienti, tanto, neanche a parlarne.

Innanzitutto, volevo documentarmi meglio su Giovanni Torlonia, avevamo molti volumi sulle famiglie nobili romane e il recente inventario mi diede una mano, mi ricordavo benissimo dove si trovavano.

Misericordia intanto, dopo il pranzo con Cecilia, era alle prese con una romanissima pennichella nel retrobottega.

Presi la scala, la misi davanti agli scaffali e cominciai la salita; arrivato in cima fui distratto da una scia di profumo che non avevo sentito prima.

Chissà, magari l’altitudine sulla scala aiutava.

Lo riconobbi subito, era l’inconfondibile fragranza alla vaniglia di Cecilia.

Con la coda dell’occhio notai che la porta del retrobottega era socchiusa, era da lì che proveniva, da dove se no?

Non c’era più traccia della sua presenza del giorno prima, era rimasta poco in libreria e poi la mattina cambio sempre aria nell’ambiente.



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